Una spesa energetica equa

Il riscaldamento centralizzato dei condomini permette a inquilini e famiglie di riscaldare le proprie abitazioni grazie a un’unica caldaia. L’accensione di questa caldaia in comune avviene secondo modalità approvate in sede di assemblea condominiale e note a tutti i condomini. Naturalmente, questo sistema comporta vantaggi – tra tutti un’equa divisione della spesa energetica – ma in casi particolari può essere causa di dispute e situazioni spiacevoli. In Italia, la normativa stabilisce date e tempistiche per l’accensione degli impianti di riscaldamento, in base ai termini previsti dalla legge numero 10 del 9/01/1991. Da qui la classica ripartizione del paese in sei aree climatiche, secondo parametri climatici che tengano conto dei gradi giorno. In caso di riscaldamento centralizzato, il regolamento condominiale indica la fascia oraria o le fasce orarie per l’accensione dei termosifoni. In sede di assemblea è possibile discutere di ulteriori disposizioni, anche laddove emergano divergenze tra inquilini.

Riscaldamento centralizzato, alcuni vantaggi

L’impianto di riscaldamento centralizzato è ancora piuttosto diffuso in molti condomini in Italia. In queste situazioni, il funzionamento della caldaia centrale è possibile grazie all’acqua calda che vi confluisce attraverso un sistema di tubature.  La diffusione di questo sistema rispetto al riscaldamento automatizzato comporta vantaggi quali

  • Un contenimento del consumo energetico, grazie alla presenza di una caldaia più grande rispetto a unità più piccole
  • Un vantaggio energetico dell’edificio maggiore rispetto a quanto deriverebbe dalla presenza di caldaie che lavorano in autonomia.

Dal 2017 gli impianti di riscaldamento centralizzato devono avere valvole di contabilizzazione del calore. Le valvole termostatiche sono obbligatorie nei paesi UE per incentivare le misure a sostegno dell’ambiente, tra tutte un maggiore risparmio energetico. Oltre a un comfort sostenibile, questi dispositivi consentono di

  • ripartire equamente i costi in bolletta, con spesa suddivisa in costo fisso indipendente e costo variabile volontario
  • Tutelare l’ambiente con una contrazione delle emissioni di gas serra.

Orari e assemblee

Grazie all’obbligo delle valvole termostatiche, cambiano anche le modalità di spesa. Grazie alle valvole termostatiche, il riscaldamento centralizzato è dotato di un autentico contacalorie che per legge consente agli inquilini di pagare in base al proprio consumo effettivo. In questo caso di parla di costo variabile volontario, che dipende dal consumo del reale utilizzo dell’impianto di riscaldamento.  Nonostante l’introduzione delle valvole termostatiche i singoli inquilini non sono esenti dal costo fisso indipendente. Con costo fisso indipendente si intendono spese di carattere straordinario legate a lavori di manutenzione straordinaria o periodica. Riguardo agli orari di accensione dell’impianto di riscaldamento centralizzato, si provvede con

  • delibera dell’assemblea di condominio, dove partecipano e votano gli inquilini;
  • in caso di mancata delibera, la decisione spetta invece all’amministratore di condominio

La decisione è modificabile, previa convocazione di nuova assemblea che abbia tra i punti all’ordine del giorno le modalità di accensione/spegnimento del riscaldamento centralizzato.

Riscaldamento centralizzato: modalità di distacco

Tutti gli anni condomini e non esprimono perplessità riguardo all’utilizzo del riscaldamento centralizzato. Una delle domande più frequenti riguarda la possibilità di distaccarsi. In tal senso, si esprime l’articolo 118 del Codice civile, secondo cui Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano

  • notevoli squilibri di funzionamento
  • aggravi di spesa per gli altri condomini.

Nella legge si fa menzione indirettamente dei costi fissi indipendenti, per cui chi rinuncia è tenuto a “concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma”.

Il testo integrale della legge 11 dicembre 2012 numero 220 sul condominio ( link esterno https://condominio.soswiki.com/legge-220-2012.php ) include integrazioni specifiche, secondo cui anche in presenza di consenso un’unita distaccata non deve danneggiare l’equilibrio termico dell’intero condominio o causare danni al funzionamento dell’impianto centralizzato.

Non solo costi

In caso di distacco dal sistema di riscaldamento centralizzato gli inquilini autonomi oltre alla manutenzione pagano per il riscaldamento indiretto. Ossia per il riscaldamento che attraverso i tubi ricevono dagli altri condomini grazie al passaggio delle tubature. Il distacco comporta vantaggi

  • in termini di autonomia sulle modalità di accensione e spegnimento
  • in termini di risparmio sulle spese del combustibile usato per riscaldare l’intero condominio.

Chiunque abbia interesse a procedere in tal senso, deve inoltrare una comunicazione all’amministratore di condominio allegando la relazione di un perito qualificato che attesti la mancanza di conseguenze svantaggiose per gli altri. Nella successiva assemblea, i condomini che intendano opporsi devono contestare la perizia. Tuttavia, il distacco non è possibile se nel regolamento di condominio è negata la possibilità di distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato. O se previsto dal regolamento edilizio di comuni o regioni di residenza.

Tra consumi reali e risparmio a lungo termine

In diversi contesti l’amministratore può richiedere il pagamento in soluzioni concentrate nel tempo, tanto che l’inquilino rischia di pagare una quota considerevole in un mese e non sborsare nulla fino alla fine dell’anno. Non pagando per i reali consumi al momento, bisogna attendere il bilancio dell’anno successivo per sapere se si è a credito o a debito. Ad ogni modo, il risparmio a lungo termine è sempre più un tema caldo, sia che si parli di riscaldamento centralizzato o autonomo. Nel breve, chi intende distaccarsi dagli impianti condominiali deve tener conto dei costi derivanti dalla perizia, dall’acquisto della nuova unità di riscaldamento che potrebbe comportare ulteriori spese. Specie quando è necessario deviare tubi o intervenire per ulteriori adeguamenti.