Una direttiva per il 2040

Le caldaie a combustibili fossili sono sempre più al centro del dibattito politico europeo. Lo scorso 12 marzo, con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti – il Parlamento di Bruxelles ha approvato la direttiva europea Case green. Un testo – quello contenuto nell’ Energy performance of building directive, meglio nota come Epbd – focalizzato sulle prestazioni energetiche nell’edilizia. Tra le misure adottate, lo stop alle caldaie a combustibili fossili, fissato per il 2040 e valido per i ventisette paesi membri. Questo provvedimento si traduce nel divieto di produrre, vendere e installare caldaie a gas, ma solo a partire dal 1° gennaio 2040 –Tale misura rientra nell’ambito del programma comunitario finalizzato al raggiungimento della neutralità climatica previsto per il 2050. Così come all’incentivo di sistemi ibridi, che combinano caldaie e pompe di calore.

Uno stop progressivo e mirato

Come anticipato, la direttiva non vieta l’uso di caldaie a combustibili fossili installate prima del 1° gennaio 2040. Anche perché molti utenti hanno già installato caldaie a condensazione a elevata classe energetica. Entrando più in dettaglio il testo che fa capo all’EPBD prevede

  • Una sostituzione graduale delle caldaie a gas secondo tempi stabiliti dai singoli stati
  • Dal 2027 sostituzione delle caldaie a combustibili fossili in classe energetica bassa, con priorità per quelle a classe G e in seguito, F ed E.

Tra le righe si può riscontrare un approccio più flessibile rispetto alle precedenti proposte, anche nell’ambito dei lavori previsti per la ristrutturazione degli edifici. L’efficientamento energetico resta una priorità e i paesi della comunità europea dovranno pur sempre adeguarsi, attraverso un piano nazionale di ristrutturazione edile. Così come uno stop agli incentivi – già nei prossimi anni – per caldaie a combustibili fossili.

Are you green gas ready?

Le caldaie ad alta condensazione sono definite caldaie H2 ready perché, oltre a distinguersi per una classe energetica superiore, sono predisposte per l’utilizzo di combustibili misti come biometano e idrogeno. Previsti ancora incentivi per una tecnologia che muta lo scenario nell’ambito dei sistemi a riscaldamento autonomo, come delle classiche caldaie murarie. Di ciò devono – e dovranno – tener conto i produttori, sempre più orientati verso modelli green gas ready. Le caldaie green gas ready, a differenza delle caldaie a combustibili fossili, si distinguono per

  • L’alta efficienza energetica che si traduce in risparmio, in termini di costi e bollette per il riscaldamento
  • La predisposizione alla modalità mista – vedi caldaie h2 ready – a tutto vantaggio dell’impatto ambientale
  • La possibilità di essere acquistate grazie a bonus, detrazione fiscali e incentivi, compresi quelli statali.

L’invito è comunque quello di informarsi, perché sono sempre previste deroghe per edifici storici o vincolati. Così come quelli non raggiunti da reti di distribuzione di energia alternativa.

Gli incentivi

Secondo dati diffusi da Legambiente relativi allo scorso anno, in Italia ci sono ancora diciannove milioni di famiglie che fanno uso di caldaie a combustibili fossili. Un consumo pari al 50% del gas distribuito nel nostro paese, attraverso sette milioni di unità con più di quindici anni. Un dato che invita alla riflessione, anche alla luce di più considerazioni. Dal 1° gennaio 2025 non sono previsti più incentivi per le caldaie a metano: è infatti prevista l’abolizione di tutti i sussidi per caldaie autonome a combustibili fossili. Questa misura ambisce a incentivare l’uso di caldaie di ultima generazione, compresi sistemi ibridi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da fonti rinnovabili. In altre parole, modelli che combinano caldaie tradizionali a pompe di calore, o a un impianto solare termico. Secondo gli esperti, chi ha intenzione di ristrutturare una casa o cambiare definitivamente la propria caldaia potrebbe già muoversi in tal senso, approfittando di sconti e incentivi ancora disponibili.

Gli obiettivi

Una volta ottenuta l’approvazione formale del Consiglio Ue, la Direttiva EPDB darà un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici, perché sostituire le vecchie caldaie a combustibili fossili ha effetti diretti e indiretti. Come ad esempio

  • La riduzione delle emissioni grazie alla minor dipendenza dalle fonti fossili
  • La ristrutturazione sempre più capillare di edifici con prestazioni energetiche del tutto inadeguate
  • La conseguente decarbonizzazione del sistema edilizio.

La Direttiva va intesa quindi come un compendio di linee guida per gli stati membri nell’ambito della transizione green nel prossimo decennio. Sotto la supervisione delle istituzioni di Bruxelles, l’Italia avrà – come gli altri paesi comunitari – due anni di tempo per definire i piani nazionali di ristrutturazione.

Verso il 2050, tra sistemi ibridi e edifici a zero emissioni

Nell’ambito del progetto case green, la sostituzione delle caldaie a combustibili fossili occupa in dubbiamente un posto di primo piano. Dal nostro punto di vista, bisogna prendere consapevolezza della sfida che si prospetta per il futuro. Le risposte sul mercato ci sono già, e gli utenti lo sanno, perché sempre più si affidano a sistemi ibridi. La combinazione di caldaie e pompe di calore – citate in più passaggi – sono uno step nel percorso che vede all’orizzonte la progressiva elettrificazione degli impianti di riscaldamento.