Un parametro nazionale

I gradi giorno sono uno dei parametri di riferimento per individuare il fabbisogno termico degli edifici. Il calcolo dei gradi giorno avviene sommando la differenza tra la temperatura di riferimento – fissata a diciotto gradi celsius – e la temperatura media giornaliera. Il risultato ottenuto determina quindi la suddivisione del nostro paese in sei aree climatiche. La prima, identificata con la lettera A, indica le località più miti della penisola. L’ultima, contrassegnata con la lettera F, le zone più rigide. La classificazione del clima italiano e del fabbisogno termico secondo fasce distinte deriva da una normativa di riferimento. È il DPR 412/93 che, oltre a suddividere il territorio italiano in sei zone a seconda dei gradi giorni, definisce i criteri per la progettazione degli impianti di climatizzazione. La normativa sui gradi giorni nasce per porre limiti alla trasmittanza termica di infissi, pareti, coperture, e consentire il contenimento dei consumi energetici.

Una normativa flessibile.

GG è la sigla utilizzata convenzionalmente per indicare i gradi-giorno, relativa ad ogni comune presente sul territorio italiano. Naturalmente la direttiva di riferimento prevede una certa flessibilità, a discrezione dei sindaci, che più volte in passato hanno consentito l’accensione dei caloriferi oltre il limite temporale consentito. È accaduto in occasione di primavere particolarmente fredde, e malgrado il climate change anche in anni recenti come

  • Il 2004, con piogge abbondanti e temperature sotto la media di riferimento.
  • Il 2013, a eccezione di Salento, Calabria, Sicilia.
  • 2014, con il mese di maggio sotto media termica al Centro Sud e surplus pluviometrico su medio/basso versante Adriatico
  • 2019, a livello nazionale il più freddo dal 1991 con un’anomalia termica di 2,15 °C inferiore rispetto alle temperature massime medie
  • 2023, aprile e maggio freschi e piovosi in tutto il Mediterraneo, particolarmente fresca al Sud.
  1. L’articolo 4, deroghe per sindaci e gestione condominiale

L’articolo 4, deroghe per sindaci e gestione condominiale.

In deroga a quanto previsto dall’articolo 4 sui gradi giorno, i sindaci dunque possono ampliare, ma anche ridurre sia i periodi annuali di esercizio che la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici. Hanno la facoltà di stabilire riduzioni di temperatura ambiente massima consentita sia nei centri abitati sia nei singoli immobili. Bisogna ricordare che riguardo alla continuità dell’accensione non esiste alcun tipo di obbligo. Infatti, l’accensione degli impianti di riscaldamento può essere spalmata su più fasce orarie, tra le 5 e le 23. Nei condomini dotati di impianto di riscaldamento centralizzato spetta all’Assemblea condominiale stabilire orari e modalità. Durante il funzionamento dell‘impianto di climatizzazione invernale, la media delle temperature dell’aria, rilevate nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve superare

  • 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
  • 20°C + 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici.

Una mappatura complessa

Le date di accensione e spegnimento degli impianti nei comuni variano in base sia ai gradi giorno che alla fascia climatica di appartenenza. Così anche il massimo numero di ore consentito. Tenendo conto della complessità e dell’orografia del territorio italiano, emerge una mappatura più complessa rispetto alla tripartizione generica Nord-Centro-Sud. Nessun capoluogo del Centro o Nord Italia ricade nelle prime due fasce A e B, così come molti comuni del Sud, tanto che

Nella Zona A – fascia climatica più mite – rientrano esclusivamente i comuni di Lampedusa e Linosa (AG), Porto Empedocle (AG). Qui l’accensione degli impianti inizia il 1° dicembre e termina il 15 marzo, per 6 ore al giorno.

Nella Zona B – accensione consentita dal 1° dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno. Tra i comuni con numero di gradi giorno basso troviamo città calabresi e siciliane, da Agrigento a Messina, da Trapani a Crotone. Passando per Palermo, Catania, Messina e Reggio Calabria.

Altre Zone climatiche, dalla C alla F

Nella zona C compare il comune di Imperia, che ha un numero di gradi giorno inferiore rispetto al resto del nord Italia. Ricadono nella fascia C comuni sardi, campani e pugliesi. I gradi giorno in questa fascia sono compresi tra 900 e 1401. Procedendo verso Nord, troviamo

  • La zona D comprendente 1611 comuni, sparsi tra zone interne del Sud, Lazio, Abruzzo (tutti i comuni), Marche, Umbria, Toscana, Liguria. Qui la stagione dell’accensione dei caloriferi parte il 1° novembre e si conclude il 15 aprile, per max 12 ore giornaliere.
  • La Zona E, che ingloba più di 4000 comuni. Il numero massimo di ore consentito per l’accensione degli impianti sale fino a 14 ore. In questa fascia – da L’Aquila a Bolzano, da Perugia ad Aosta – troviamo paesi e città interne appenniniche, nonché quasi tutti i comuni del Nord Italia ad eccezione delle coste liguri.

Conclusioni

La tabella dei gradi giorno e delle fasce climatiche esistente può subire variazioni e integrazioni – ad esempio, se nascono nuovi comuni – previo decreto del Ministero dell’Ambiente. Il Ministero opera sinergicamente con ENEA (agg link esterno). Bisogna tener conto però che negli ultimi anni, normative più stringenti hanno ridotto i valori limite della trasmittanza. Per gli edifici di nuova costruzione o recente ristrutturazione, valgono i parametri degli edifici NZEB (2019/2021) ad energia quasi zero. Tali misure riguardano tutti gli edifici, sia pubblici che privati.